Mag 28, 2025 | Articoli

A Gaza è genocidio?

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Risposta a Mentana, Segre, Cacciari e altri

di Alessandro Orsini

A Gaza è genocidio?
Enrico Mentana, Liliana Segre, Massimo Cacciari e molti altri, affermano, con certezza assoluta, che Gaza non è un caso di genocidio perché ciò che accade in quella città martoriata non è perfettamente identico a ciò che accadeva agli ebrei nella Germania nazista. Per consentire al dibattito pubblico di uscire da questo “stallo” intellettuale, e superare i suoi difetti logici, occorre distinguere due tipi di genocidio: il “genocidio per estinzione” e il “genocidio per distruzione”, come propongo di chiamarli.

Il genocidio per estinzione, o genocidio ideal-tipico, prevede l’uccisione completa dei membri di un gruppo etnico. Il genocidio per estinzione non esiste nella storia contemporanea. Nessuno è mai riuscito a sterminare il cento per cento di una popolazione. Il genocidio per estinzione, per richiamare Max Weber, è un “ideal-tipo”, uno strumento euristico per l’interpetazione della realtà che non si trova mai allo stato puro nella storia.

Il genocidio per distruzione, o genocidio storico, invece, non prevede l’eliminazione completa di un popolo, bensì il suo annullamento come soggetto storico.

Che cosa significa distruggere un popolo come soggetto storico?

Distruggere un popolo come soggetto storico significa: 1) estinguere la sua volontà politica e 2) distruggere i suoi mezzi materiali per il “perseguimento degli scopi”, volendo utilizzare il linguaggio del modello AGIL di Talcott Parsons.

I popoli che non hanno più la forza psicologica e materiale di raggiungere i propri scopi collettivi cessano di esistere come soggetto storico. Un popolo è un soggetto storico quando è in grado di decidere per sé. Per distruggere un popolo come soggetto storico, occorre distruggere le sue condizioni materiali di esistenza gettandolo nella prostrazione psicologica. In sintesi, il genocidio per distruzione prevede la distruzione materiale e l’annichilimento psicologico. Un caso di popolo “distrutto” sono gli indiani d’America.

Se leggiamo la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948), appare evidente che l’Onu concepisce il genocidio per distruzione. Infatti, l’Onu ricomprende nel crimine del genocidio anche la distruzione “parziale” di un popolo. Genocidio è: “Il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale”.

Parlare di genocidio a Gaza è appropriato perché a Gaza sono osservabili empiricamente le quattro condizioni necessarie del genocidio per distruzione ovvero 1) l’intenzionalità: i ministri israeliani, come Smotrich, dichiarano che Israele sta sparando intenzionalmente sui civili palestinesi; 2) la pianificazione scientifica: i prodotti più avanzati della conoscenza scientifica e tecnologica sono usati a Gaza per sterminare i palestinesi secondo un piano che Michal Waldiger, che appartiene al Partito Sionista Religioso di Smotrich, ha riassunto alla Knesset, il parlamento israeliano, il 13 maggio 2025, come segue: “A Gaza nessuno è innocente. Anche i bambini palestinesi devono essere uccisi”; 3) la smisuratezza delle uccisioni; 4) la distruzione delle condizioni materiali di esistenza dei palestinesi o “sorgenti della vita”. I palestinesi non hanno più la forza psicologica di sognare uno Stato con capitale a Gerusalemme est e non hanno i mezzi per perseguire nemmeno il più piccolo degli obiettivi politici di un popolo. Il genocodio del popolo palestinese è in corso, ma Mentana, Segre, Cacciari e molti altri, non riescono a vederlo perché l’uomo riesce a vedere soltanto ciò che riesce a concettualizzare. L’uomo guarda con gli occhi, ma vede con la mente. Il genocidio nazista è soltanto uno dei tanti modi possibili, una delle tante forme diverse, che il genocidio storico può assumere.

Nei prossimi giorni, tornerò in televisione per parlare di questo tema.
Il mio prossimo libro su Gaza, in cui sviluppo questo e altri temi di ricerca, uscirà il 9 settembre 2025.

Questo articolo è pubblicato su “sicurezza internazionale” del 28 maggio 2025

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