di Elena Basile, 21 giugno 2025
Il presidente Putin, in relazione all’attacco di Israele all’Iran, ha dichiarato di aver offerto a suo tempo un patto di difesa militare all’Iran, rifiutato dal presidente Pezeshkian che credeva nella riuscita dei negoziati con Washington e non voleva creare motivi di disturbo. La Russia ha anche confermato di voler fornire sistemi di difesa aerea all’Iran. Intanto l’offensiva estiva russa contro l’Ucraina si annuncia massiccia e brutale. Lo riconoscono gli stessi analisti dei giornali più letti che avevano inneggiato agli attentati ucraini all’interno del territorio russo. Va segnalato che gli aerei russi colpiti erano esposti e facilmente reperibili dall’osservazione satellitare in base agli accordi Salt. L’intelligence occidentale che ha fornito questi dati agli ucraini ha minato l’unico trattato sul disarmo nucleare che ancora si aveva la speranza di mantenere in vita e rinnovare. La fiducia è stata naturalmente demolita. La guerra russo-ucraina continua. Ma guarda un po’. Lo si afferma come se si trattasse di una catastrofe piovuta dal cielo. Di fatto ogni trattativa di pace tentata da Trump è stata sabotata dagli alleati europei con richieste che essi stessi sapevano inaccettabili. Mosca avrebbe mai potuto concedere il cessate il fuoco per un mese quando la postura europea con rifornimenti militari, finanziamenti all’Ucraina e sanzioni alla Russia non cessava di fomentare l’escalation? Una potenza che vince sul campo militare dovrebbe arrestare la sua avanzata e permettere al nemico di rifinanziarsi e riarmarsi per continuare la guerra dopo un mese, con un vantaggio obiettivo? Su quale manuale militare l’ex ambasciatore Stefanini ha studiato, visto che continua a propugnare queste tesi sulla stampa? Non ho naturalmente nulla di personale contro il collega e amico, che ospitai in residenza quand’ero ambasciatrice a Bruxelles. Ma trovo doveroso, come mi accade di fare anche con altri analisti come Mieli e con la senatrice Segre, confutare razionalmente le sue tesi sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Le considero pericolose per la pace. Con la tipica arroganza del potere, i ferocemente filo-atlantici, ricompensati con riconoscimenti vari dall’establishment, non accettano un dibattito razionale: si limitano a esprimere disprezzo per i “filo-putiniani” che pagano prezzi notevoli per le loro posizioni. Il conflitto non cessa di seminare morte e distruzione in Ucraina. Stefanini cita la morte di un milione di russi senza specificare dove abbia preso il dato e soprattutto evitando di sottolineare che, secondo gli strateghi militari occidentali, il rapporto tra morti e feriti russi e ucraini è a svantaggio dei secondi. Non nota che la risposta agli attacchi ucraini è stata moderata, ha abbattuto infrastrutture e ucciso ancora pochi civili, “vittime collaterali”, e non obiettivi di bombardamenti in grado di radere al suolo intere città, alla portata di Mosca. Si insiste sulla propaganda. Si oppongono le “ragioni ” di Kiev agli “interessi predatori” di Mosca. Al netto della retorica, quale sarebbe la strategia? Mantenere in piedi l’Ucraina fino a che le fabbriche tedesche e francesi in quel Paese non abbiano prodotto nuovi droni e munizioni? Finché l’opinione pubblica ben lavorata non acconsenta a inviare truppe europee a Kiev? E se veramente la Nato con il suo aumento di spese militari al 5% mettesse Putin con le spalle al muro, non si riesce a prevedere che la Russia pur di non cedere utilizzerebbe la bomba tattica nucleare? La destabilizzazione della Russia è un progetto criminale per le conseguenze disastrose che potrà avere sulla sicurezza europea. La presidente della commissione Ue, Von der Leyen, ha annunciato il 18esimo pacchetto di sanzioni che colpisce le importazioni di petrolio da Stati terzi, restringe anche per Stati terzi l’accesso allo Swift e porta il price cap da 60 a 45 dollari. Si persegue in una linea fallimentare. Putin – si dice – capisce solo il bastone. Infatti la linea dura occidentale è riuscita a piegare Mosca? Speriamo che si tratti degli ultimi rantoli di un animale braccato (lo Stato profondo europeo) e che Trump abbia il coraggio di sfilarsi dalla postura suicida di Bruxelles. La posizione meno bellicista e russofobica rispetto al Pd, al centrosinistra europeo e ai giornali cosiddetti progressisti sembrerebbe appartenere alla destra filo-trumpiana al governo in Italia. Ma la Farnesina appare dormiente, occupata in riforme interne improbabili e bocciate dal Consiglio di Stato. La Segreteria generale si diletta in inviti a tutti i diplomatici all’estero per partecipare a un seminario online sulla flora intestinale. Lasciando da parte le facili ironie, la stabilità della frontiera orientale e di quella meridionale dell’Europa rientra pienamente negli interessi vitali del Paese. Auspicheremmo un ruolo più consono dell’Italia sullo scacchiere internazionale.
Il presidente Putin, in relazione all’attacco di Israele all’Iran, ha dichiarato di aver offerto a suo tempo un patto di difesa militare all’Iran, rifiutato dal presidente Pezeshkian che credeva nella riuscita dei negoziati con Washington e non voleva creare motivi di disturbo. La Russia ha anche confermato di voler fornire sistemi di difesa aerea all’Iran. Intanto l’offensiva estiva russa contro l’Ucraina si annuncia massiccia e brutale. Lo riconoscono gli stessi analisti dei giornali più letti che avevano inneggiato agli attentati ucraini all’interno del territorio russo. Va segnalato che gli aerei russi colpiti erano esposti e facilmente reperibili dall’osservazione satellitare in base agli accordi Salt. L’intelligence occidentale che ha fornito questi dati agli ucraini ha minato l’unico trattato sul disarmo nucleare che ancora si aveva la speranza di mantenere in vita e rinnovare. La fiducia è stata naturalmente demolita. La guerra russo-ucraina continua. Ma guarda un po’. Lo si afferma come se si trattasse di una catastrofe piovuta dal cielo. Di fatto ogni trattativa di pace tentata da Trump è stata sabotata dagli alleati europei con richieste che essi stessi sapevano inaccettabili. Mosca avrebbe mai potuto concedere il cessate il fuoco per un mese quando la postura europea con rifornimenti militari, finanziamenti all’Ucraina e sanzioni alla Russia non cessava di fomentare l’escalation? Una potenza che vince sul campo militare dovrebbe arrestare la sua avanzata e permettere al nemico di rifinanziarsi e riarmarsi per continuare la guerra dopo un mese, con un vantaggio obiettivo? Su quale manuale militare l’ex ambasciatore Stefanini ha studiato, visto che continua a propugnare queste tesi sulla stampa? Non ho naturalmente nulla di personale contro il collega e amico, che ospitai in residenza quand’ero ambasciatrice a Bruxelles. Ma trovo doveroso, come mi accade di fare anche con altri analisti come Mieli e con la senatrice Segre, confutare razionalmente le sue tesi sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Le considero pericolose per la pace. Con la tipica arroganza del potere, i ferocemente filo-atlantici, ricompensati con riconoscimenti vari dall’establishment, non accettano un dibattito razionale: si limitano a esprimere disprezzo per i “filo-putiniani” che pagano prezzi notevoli per le loro posizioni. Il conflitto non cessa di seminare morte e distruzione in Ucraina. Stefanini cita la morte di un milione di russi senza specificare dove abbia preso il dato e soprattutto evitando di sottolineare che, secondo gli strateghi militari occidentali, il rapporto tra morti e feriti russi e ucraini è a svantaggio dei secondi. Non nota che la risposta agli attacchi ucraini è stata moderata, ha abbattuto infrastrutture e ucciso ancora pochi civili, “vittime collaterali”, e non obiettivi di bombardamenti in grado di radere al suolo intere città, alla portata di Mosca. Si insiste sulla propaganda. Si oppongono le “ragioni ” di Kiev agli “interessi predatori” di Mosca. Al netto della retorica, quale sarebbe la strategia? Mantenere in piedi l’Ucraina fino a che le fabbriche tedesche e francesi in quel Paese non abbiano prodotto nuovi droni e munizioni? Finché l’opinione pubblica ben lavorata non acconsenta a inviare truppe europee a Kiev? E se veramente la Nato con il suo aumento di spese militari al 5% mettesse Putin con le spalle al muro, non si riesce a prevedere che la Russia pur di non cedere utilizzerebbe la bomba tattica nucleare? La destabilizzazione della Russia è un progetto criminale per le conseguenze disastrose che potrà avere sulla sicurezza europea. La presidente della commissione Ue, Von der Leyen, ha annunciato il 18esimo pacchetto di sanzioni che colpisce le importazioni di petrolio da Stati terzi, restringe anche per Stati terzi l’accesso allo Swift e porta il price cap da 60 a 45 dollari. Si persegue in una linea fallimentare. Putin – si dice – capisce solo il bastone. Infatti la linea dura occidentale è riuscita a piegare Mosca? Speriamo che si tratti degli ultimi rantoli di un animale braccato (lo Stato profondo europeo) e che Trump abbia il coraggio di sfilarsi dalla postura suicida di Bruxelles. La posizione meno bellicista e russofobica rispetto al Pd, al centrosinistra europeo e ai giornali cosiddetti progressisti sembrerebbe appartenere alla destra filo-trumpiana al governo in Italia. Ma la Farnesina appare dormiente, occupata in riforme interne improbabili e bocciate dal Consiglio di Stato. La Segreteria generale si diletta in inviti a tutti i diplomatici all’estero per partecipare a un seminario online sulla flora intestinale. Lasciando da parte le facili ironie, la stabilità della frontiera orientale e di quella meridionale dell’Europa rientra pienamente negli interessi vitali del Paese. Auspicheremmo un ruolo più consono dell’Italia sullo scacchiere internazionale.
Fonte: Il FattoQuotidinano – 21 giugno 2025
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