Ago 10, 2025 | Uncategorized

Ucraina, Jeffrey Sachs: “Il tycoon vuol uscirne mentre l’Ue ormai non ha alcun ruolo”

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“Kiev sempre più debole”. “Usa disposti a fermare anche l’allargamento verso Est della Nato immediatamente”

“La mia ipotesi è che Trump vorrebbe porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti in Ucraina senza perdere la faccia”. Jeffrey Sachs, professore alla Columbia University e membro della Pontificia Accademia di Scienze sociali in Vaticano, offre uno sguardo di insieme sull’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin che si terrà il 15 agosto in Alaska e ci spiega se si tratta davvero di una buona notizia o se è ancora un modo sia per Trump che per Putin di prendere tempo e allestire una scenografia utile allo scopo. “Il presidente Trump sembra disposto ad acconsentire di porre fine all’allargamento della Nato verso l’Est e ad accettare cambiamenti territoriali a favore della Russia, ma è chiaro che in questa ipotesi verrebbe attaccato su tre fronti: dai leader europei, dal regime ucraino e dal complesso militare-industriale degli Stati Uniti”.

Vuol dire dunque che si tratta di una rettifica rispetto a una strategia Usa che oggi dunque verrebbe smentita?

Se Trump fosse un presidente capace, spiegherebbe al popolo americano e all’Europa che la guerra in Ucraina è scoppiata a causa dell’allargamento della Nato a Est, la principale minaccia percepita dalla Russia, così come dal ritiro unilaterale degli Usa dal Trattato sui missili antibalistici e dal Trattato sulle forze nucleari intermedie, e anche dal colpo di Stato sostenuto dagli Stati Uniti in Ucraina nel 2014 da cui è cominciata la reazione russa.

Lei pensa che la formula con cui l’incontro viene presentato, cioè la discussione di uno “scambio di territori” costituisca davvero un’opportunità per arrivare a un accordo? E in tal caso, che tipo di “scambio” si dovrebbe effettuare?

Purtroppo, Trump non ha la capacità personale e politica per farlo. Pertanto, cerca altri modi per risolvere la guerra. Ovviamente non sappiamo ancora quali potrebbero essere questi altri modi. Forse l’incontro non si concentrerà principalmente o esclusivamente sull’Ucraina, ma anche sul rilancio dei colloqui sul controllo delle armi nucleari. Forse l’incontro includerà la dichiarazione di Trump che la Nato sospenderà i suoi sforzi di espansione in Ucraina. A questo punto non lo sappiamo.

Cosa succederà a Zelensky?

Se mi chiede se Zelensky a questo punto si sia indebolito la risposta è sì. E non è per forza un guaio. Zelensky governa con la legge marziale, rappresenta le forze nazionaliste estremiste e di destra in Ucraina e non rappresenta la vera opinione pubblica ucraina, che desidera la pace.

Pensa che l’Ucraina potrebbe avere un governo migliore? Con chi?

Penso che avrebbe l’opportunità di tenere libere elezioni subito dopo la fine dei combattimenti.

La mossa di Putin e Trump ormai mette fuori gioco l’Europa?

L’Europa non ha alcun ruolo perché ha abbandonato la diplomazia. I leader europei si sono lasciati manipolare dagli Usa in ogni fase (a cominciare dal 2008 al vertice Nato di Bucarest e di nuovo nel 2014, con il colpo di Stato di Maidan). L’Europa ha bisogno di una nuova politica estera che si concentri sulla diplomazia, compresa la diplomazia dell’Ue direttamente con la Russia. Invece, l’Europa è bloccata in un vicolo cieco di russofobia e bellicismo.

Cosa pensa del piano di occupazione di Gaza approvato dal governo Netanyahu? Putin e Trump potrebbero discuterne?

Il piano di Netanyahu è terribile. Israele è una nazione canaglia che sta affamando due milioni di persone. L’occupazione di Gaza intensificherà il genocidio. L’Ue dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina e lavorare con urgenza per il controllo di Gaza da parte dell’Anp, sostenuta dalle nazioni arabe (in particolare dall’Arabia Saudita) e dall’Assemblea generale dell’Onu.

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