di Alessandro Volpi

La vicenda dell’ipotesi di confisca delle risorse della Banca centrale russa da parte dell’Unione europea è davvero incredibile per varie ragioni che provo a mettere in fila.
1) Il totale degli asset della Banca centrale russa detenuti in Europa risulta molto vicino ai 300 miliardi di euro, dunque i 190 detenuti da Euroclear, domiciliata in Belgio, sono solo una parte di questa cifra, ma la Commissione europea sembra volersi concentrare solo su quelli, forse perché gli altri sono nelle mani di importanti e influenti società finanziarie e bancarie.
Bundesbank e Banque de France gestiscono asset sovrani russi per circa 30 miliardi di euro.
Le banche svizzere una decina.
Clearsteram, una società di proprietà di Deutsche Borse, con sede in Lussemburgo, ne detiene un’altra decina di miliardi. Per non parlare del Regno Unito che, attraverso Bank of England ed altre banche private, controlla circa 30 miliardi di euro in asset russi.
Appare evidente alla luce di ciò che la confisca solo di quelli detenuti in Belgio è un modo per evitare la confisca da parte degli altri paesi europei dei propri asset sovrani russi.
2) La confisca, a titolo di future riparazioni di guerra che la Russia, sconfitta, dovrà pagare, implica che il conflitto debba durare fino alla resa definitiva della Russia, perché altrimenti i prestiti emessi con questi asset non sarebbero più coperti.
3) Tale confisca è illegale perché si tratta dell’esproprio di beni conservati da una società privata, Euroclear appunto, ad opera di un soggetto istituzionale come l’Unione europea.
Peraltro non sarebbe legittimo neppure l’utilizzo per finalità belliche degli interessi maturati da tali asset durante la loro gestione ad opera di Euroclear e degli altri soggetti europei che li detengono.
4) Come ha rilevato persino la Bce tali asset sono in euro e sono detenuti da società e da istituzioni bancarie dell’Eurozona, che detengono gli asset di molti altri paesi.
La loro confisca dunque sarebbe un segnale di inaffidabilità dell’euro e dei paesi dell’Eurozona con conseguenze pesanti per la svalutazione dell’euro e dei titoli emessi in euro, costretti, per trovare compratori, a pagare interessi più alti.
5) Euroclear, che ha sede in Belgio, non è però di proprietà belga, ma ha come soci circa 100 istituti finanziari fra cui spiccano JP Morgan (quindi BlackRock Vanguard e State Street), Bnp Paribas e Société Genérale che sono interessati al mantenimento degli asset russi, oltre che per evitare cause, anche perché la loro gestione fornisce utili iscritti nel bilancio di Euroclear.
6) Un’eventuale confisca degli asset russi produrrebbe l’immediata, parallela, confisca degli asset europei in Russia il cui valore complessivo è superiore ai 300 miliardi di euro.
7) E’ davvero interessante notare che l’operazione di confisca condotta dagli europei non coinvolgerebbe gli Stati Uniti dove la Banca centrale russa non ha praticamente mai depositato i propri asset.
Mettere in sequenza questi elementi consente di comprendere l’ennesima follia autolesionista dell’Unione europea pervicacemente impegnata nella ricerca del disastro.
Fonte: pagina Facebook di Alessandro Volpi, mercoledì 10 dicembre 2025

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