Dic 14, 2025 | Articoli, In evidenza

PER DISARMA PENSARE INSIEME E’ UN ATTO DI RESISTENZA

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C’è ancora una speranza per un’Europa di pace, di prosperità e di democrazia reale?
Possiamo ancora parlare di democrazia?
Quale può essere l’approdo?

Sono le domande che ieri hanno riempito il Teatro Basilica a Roma, nell’iniziativa di Disarma che ha segnato una tappa importante della campagna nazionale Disarma la finanziaria. Un momento di confronto vero, necessario, in un tempo in cui lo spazio per discutere, dissentire e pensare insieme viene sempre più ristretto.

In questi mesi abbiamo attraversato più di trenta città. Lo abbiamo fatto perché crediamo che parlare di economia, guerra e pace non possa essere lasciato a pochi luoghi o a poche voci. Creare spazi di confronto nei territori è oggi un atto politico, perché rompe l’isolamento e rimette al centro il pensiero critico.

Con Disarma la finanziaria abbiamo denunciato una manovra di austerità e di guerra: tagli al sociale da una parte, aumento della spesa militare dall’altra. A questa scelta opponiamo un’idea diversa: un’economia della prosperità e della pace, non un’economia bellica che produce solo povertà e distruzione.

Abbiamo voluto anche tenere viva una parola che oggi dà fastidio: pace. In Italia parlare di disarmo e dialogo è diventato un atto di resistenza culturale. Il linguaggio politico è ormai apertamente bellicista, il ritorno della leva militare è un segnale chiaro, e un’Europa che si chiude a fortezza costruisce nemici per giustificare il riarmo e preparare nuovi conflitti.

Intanto Gaza sparisce dal racconto pubblico. Un crimine umanitario enorme viene silenziato, mentre crescono censura e marginalizzazione del dissenso: eventi annullati, voci oscurate, opinioni rimosse.

Ieri l’iniziativa ha espresso in modo corale la sua solidarietà al prof. D’Orsi rivendicando il diritto al libero pensiero.

Per questo, in molte tappe della campagna, alla discussione sulla manovra abbiamo affiancato una riflessione più ampia sull’Europa e sul contesto globale. Ieri lo abbiamo fatto a partire dal libro di Elena Basile, Approdo per noi naufraghi, nel dialogo con Raniero La Valle, insieme a Sylos Labini, Ginevra Bompiani e Moni Ovadia: voci che ci aiutano a non smettere di capire e di immaginare un altro orizzonte.

E se quella di ieri doveva essere una chiusura, la realtà ci dice altro.
Da tante città continuano ad arrivarci richieste di nuove tappe, nuovi incontri, nuovi spazi di parola. Per questo Disarma la finanziaria continuerà fino a Natale.

Serve insistere?
Noi pensiamo di sì. Perché oggi pensare insieme è un atto di resistenza

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