Dic 8, 2025 | Articoli

E la chiamano Pace….

Domenico Gallo

Domenico Gallo

Si chiamava Mohammed Wadi il fotoreporter ucciso il 2 dicembre da un drone israeliano a est del campo profughi di di Al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. 
Nello stesso attacco è rimasto ferito un altro giornalista, Mohammed Abdel Fattah Aslih, fratello del reporter Hassan Aslih, a sua volta ucciso da un attacco israeliano al pronto soccorso dell’ospedale Nasser a maggio scorso.  Si tratta del secondo operatore dei media ucciso dopo l’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas il 10 ottobre. Non c’è da stupirsi di questo ennesimo assassinio di un giornalista. Secondo i dati più recenti disponibili del Government Media Office di Gaza, diffusi il 2 dicembre 2025 e riportati dall’agenzia Anadolu, i giornalisti uccisi a Gaza dal fuoco israeliano dall’ottobre 2023 sono 257.

Nessuna voce di condanna si è levata dai cantori dei “valori occidentali”. Ha protestato soltanto il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres: “Le regole della guerra sono chiare: i civili e le infrastrutture civili non sono un bersaglio. I giornalisti devono poter svolgere il loro lavoro essenziale senza interferenze, intimidazioni o danni. Questo include l’inaccettabile divieto che impedisce ai giornalisti internazionali di accedere a Gaza”.

Peccato che Israele le uniche regole della guerra che conosce sono quelle del diritto biblico, invocate da Netanyahu, che nel suo messaggio ai soldati – non a caso- ha richiamato la guerra contro gli amaleciti, quando Dio stesso ha ordinato lo sterminio dei nemici di Israele: “colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore..” (I Samuele, 15).

Il 10 ottobre è entrata in vigore il cessate il fuoco propugnato dal piano di pace di Trump che, come lui stesso ha dichiarato, ha aperto una nuova fase della storia dopo 3.000 anni.  Tutti hanno tirato un sospiro di sollievo immaginando che la guerra fosse finita e con essa il martirio del popolo palestinese.

In realtà Israele interpreta anche la tregua a modo suo, tant’è vero che da quanto è scattato il cessate il fuoco, il fuoco israeliano ha ucciso 350 persone. Non si tratta di malafede, la colpa di queste uccisioni è dei morti perché quando erano ancora vivi hanno commesso degli errori fatali, come quello di aver varcato una invisibile linea gialla al di là della quale li attendeva la morte. Come è successo ai due fratellini Fadi e Goma Abu Assi di 8 e 11 anni. L’esercito più morale del mondo ha così commentato la vicenda: “le truppe dell’IDF hanno identificato due sospetti che hanno attraversato la linea gialla, hanno posto in essere attività sospette e si sono avvicinati alle truppe nel sud di Gaza, ponendo un’immediata minaccia. Le forze aeree israeliane hanno eliminato i sospetti per rimuovere la minaccia.”   

In mezzo a tante sofferenze, finalmente è giunta una buona notizia. Il 3 dicembre è stato annunciato che Israele aprirà il valico di Rafha che collega la Striscia di Gaza con l’Egitto. Qualcuno penserà finalmente potranno entrare le centinaia di camion con gli aiuti bloccati alla frontiera. Non esageriamo! Il valico sarà aperto solo in uscita, si consentirà di attraversarlo agli abitanti della Striscia (e forse sarà possibile evacuare i feriti che non possono essere curati nelle disastrate strutture sanitarie di Gaza), ma di sicuro non entrerà neanche un sacco di farina. E la chiamano pace….

Domenico Gallo

Domenico Gallo

Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 al dicembre 2021 è stato in servizio presso la Corte di Cassazione con funzioni di Consigliere e poi di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019), il Mondo che verrà (edizioni Delta Tre, 2022)

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