Domenico Gallo ci informa di un Appello urgente inviato dai dipendenti italiani delle istituzioni europee al governo italiano e alle massime autorità istituzionali italiane, affinché garantiscano la massima protezione della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza per portare aiuti essenziali (cibo e furniture mediche) alla popolazione palestinese che versa in una situazione disperata a causa di una carestia ufficialmente riconosciuta causata dal blocco illegale da parte del governo israeliano di migliaia di camion carichi di aiuti ai confini di Gaza. Esprimono altresì la preoccupazione per la sicurezza e l’incolumità dell’ equipaggio della Flotilla in quanto la marina israeliana ha una lunga storia di attacchi a flottiglie umanitarie in violazione del diritto internazionale.
L’ Italia- concludono i firmatari dell’appello – “dispone di un insieme di strumenti legali, diplomatici e tecnologici per adempiere all’ obbligo morale e legale dei rappresentanti delle istituzioni italiane di proteggere i propri cittadini, difendere il diritto internazionale umanitario e garantire che gli aiuti vitali raggiungano la popolazione di Gaza”; pertanto “esortano a un tempestivo intervento”.
Onorevoli Presidenti, Ministri e Rappresentanti delle più alte Autorità italiane,
I sottoscritti, in quanto cittadini italiani e membri della rete EUStaff4Peace, nonché’ impiegati delle istituzioni europee, fanno appello urgente e a titolo personale, all’azione per la protezione della missione in corso della Global Sumud Flotilla.
La missione della Flotilla, composta da imbarcazioni con a bordo cittadini di oltre 44 nazioni e in raduno presso un porto italiano, ha lo scopo di consegnare aiuti umanitari essenziali (cibo e forniture mediche) alla popolazione palestinese. Questa azione si rende necessaria a causa di una situazione disperata a Gaza, caratterizzata da una carestia ufficialmente riconosciuta (IPC e Bollettino UNWRA del 01/09/2025) e causata dal blocco illegale da parte del governo israeliano di migliaia di camion carichi di aiuti ai confini con Gaza.
Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza e l’incolumità dei passeggeri e dell’equipaggio della Flotilla, e per l’esito della missione stessa. La Marina israeliana ha una storia di intercettazioni e attacchi a flottiglie umanitarie in acque internazionali e in alto mare, che mette a rischio la vita dei civili in flagrante violazione del diritto internazionale, del diritto umanitario e del diritto del mare. Ricordiamo a tal proposito i tragici eventi del 2010, quando la Marina israeliana attaccò la Mavi Marmara, uccidendo nove civili e ferendone molti altri, e più recentemente, l’attacco alle ultime tre missioni nel 2024 e 2025, con conseguente sequestro e detenzione illegale di tutti i civili a bordo.
La nostra richiesta di protezione del convoglio umanitario della Global Sumud Flotilla diretto a Gaza si basa sull’attuale quadro giuridico internazionale e sulla disponibilità di strumenti governativi ed operativi europei precisi.
- Quadro Giuridico Internazionale
Il diritto di fornire aiuti umanitari, la protezione dei civili e la libertà di navigazione sono sanciti da numerosi trattati e decisioni legali vincolanti che legittimano e proteggono la missione della flottiglia:
Diritto Umanitario e Diritto Internazionale: Diversi strumenti garantiscono il diritto alla consegna di aiuti, tra cui la Convenzione di Ginevra del 1949 (Art. 23), la Carta delle Nazioni Unite del 1945 (Art. 1(3)), la Convenzione dell’Aia del 1907 (Art. 15) e il Protocollo Aggiuntivo I di Ginevra del 1977 (Art. 70).
Crimini di Guerra e Genocidio: L’affamamento deliberato dei civili è definito come un atto di genocidio dalla Convenzione sul Genocidio (Art. II(c)) e come crimine di guerra dallo Statuto di Roma (Art. 8(2)(b)(xxv)).
Decisioni della Corte Internazionale di Giustizia (CIG): La CIG ha emesso tre ordinanze con misure provvisorie vincolanti (gennaio, marzo e maggio 2024), che ordinano esplicitamente a Israele di permettere e facilitare l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza.
Diritto del Mare: La Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) garantisce la libertà di navigazione in alto mare e il diritto di passaggio inoffensivo attraverso le acque territoriali, principi violati in passato dalla marina israeliana in occasione di missioni simili.
- Azioni Governative e Diplomatiche
Basandosi su questo quadro legale e sulla lunga storia di attacchi israeliani a flottiglie umanitarie, i firmatari della presente lettera esortano il Governo italiano a intraprendere azioni dirette e concrete:
Protezione Fisica: Garantire la sicurezza della flottiglia e dei suoi passeggeri (inclusi cittadini italiani e dell’UE) attraverso una scorta navale della Marina italiana o della Guardia Costiera. Questa misura è giustificata dalla necessità di assicurare la consegna dei rifornimenti vitali ma, ancor di più visti i precedenti, di garantire la sicurezza e l’incolumità dei civili a bordo.
Pressione Diplomatica: Esercitare pressioni su Israele affinché rispetti il diritto internazionale, si astenga dall’uso della violenza e permetta alla flottiglia di raggiungere Gaza senza ostacoli. Questa richiesta è in linea con le conclusioni del Consiglio Europeo del 26 giugno 2025, che chiedono la revoca del blocco di Gaza.
- Strumenti Operativi dell’Unione Europea disponibili agli Stati Membri
L’Italia, in quanto Stato membro dell’UE, ha accesso a sofisticati servizi di monitoraggio e sicurezza che possono essere attivati tramite il Dipartimento della Protezione Civile, per proteggere la missione:
Programma Copernicus:
Emergency Management Service: Può essere attivato per il monitoraggio delle emergenze.
Security Service (SESA) – Sorveglianza Marittima: Questo servizio è particolarmente rilevante. Può essere impiegato per monitorare vaste aree marittime, identificare attività illecite (Stato di diritto) e supportare indagini in caso di rapimento di cittadini UE. L’attivazione è riservata a utenti autorizzati come il Servizio Nazionale di Protezione Civile italiano, ma può essere richiesta anche dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) o da organismi ONU.
Programma Galileo:
Servizio Search and Rescue (SAR): In caso di difficoltà, le imbarcazioni possono attivare un radiofaro. Il sistema Galileo localizza il segnale con una precisione fino a 1 metro e lo inoltra al centro di soccorso più vicino, garantendo un intervento rapido ed efficace. Questo servizio è parte del sistema internazionale Cospas-Sarsat.
Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA):
Fornisce supporto contro atti illeciti in mare, come pirateria, terrorismo e violenza marittima. La richiesta di attivazione deve essere inoltrata dall’autorità nazionale competente per la sicurezza in mare.
In conclusione, l’Italia dispone di un insieme completo di strumenti legali, diplomatici e tecnologici per adempiere all’obbligo morale e legale dei rappresentanti delle istituzioni italiane di proteggere i propri cittadini, difendere il diritto internazionale umanitario e garantire che gli aiuti vitali raggiungano la popolazione di Gaza, e gli scriventi esortano ad un tempestivo intervento.
Questo messaggio è inviato dai seguenti impiegati delle istituzioni europee, a titolo personale in quanto cittadini italiani, e pertanto non implica alcun tipo di approvazione da parte delle rispettive istituzioni, (seguono numerosissime firme)

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