di Pina Fasciani

L’incontro tra Trump e Putin in Alaska ha aperto le porte del dialogo. Non c’è un accordo scritto, ma un impegno a continuare il confronto.
È l’epoca del disgelo e c’è da augurarsi che continui.
Chi si aspettava un risultato certo e immediato deve ora fare i conti con una verità indiscutibile: non è possibile progettare un nuovo equilibrio del mondo senza la Russia. Per farlo e per farlo seriamente, vista la complessità delle questioni aperte, quindi non solo quella dell’Ucraina, c’è bisogno di un processo meditato, lungo, capace di segnare passi certi, strutturali.
È quello che intendono fare i russi, lo hanno sempre ribadito: un accordo è possibile solo se si riconoscono le necessità di sicurezza della Russia ai suoi confini, oltre alla oggettiva valenza della sua potenza militare, energetica, strategica.
In Alaska, al momento, abbiamo un lasciapassare per i passi successivi.
Trump ha ottenuto la sua parte, ovvero quella di poter essere considerato “uomo di pace”; Putin ha avuto la sua parte, quella di essere riconosciuto protagonista fondamentale e legittimo sullo scenario mondiale.
È un inizio, che può rappresentare il battesimo di una nuova epoca e di nuove prospettive.
Vedremo i passi successivi, ma bisogna essere attenti a come si muoveranno i “volenterosi” europei, la scheggia impazzita Zelenskij e l’accozzaglia di servi che remano contro.
È l’epoca delle carte in tavola, l’epoca del futuro o del domani immediato senza ritorno per nessuno.
Le “anime belle” che attaccano Trump per i sorrisi troppo evidenti verso Putin devono solo sperare e contare sui Russi, per la loro paziente, pragmatica, certosina capacità negoziale di livello altissimo. Capacità utile e necessaria per tutti, anche per chi ha l’unico gretto scopo salvare la propria poltrona o poltroncina.
Dovrebbero ringraziare, invece di starnazzare inutilmente.
Fonte: pagina Facebook di Pina Fasciani, 16 agosto 2025

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