di Lavinia Marchetti

Nella notte dell’8 ottobre 2025, le onde del Mediterraneo vedevano l’ennesimo atto che rompe ogni apparenza di legalità. L’esercito israeliano ha intercettato e assaltato con uso della forza una flotilla umanitaria in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche da Gaza, sequestrando volontari, medici, giornalisti e parlamentari.
Le navi coinvolte, otto barche a vela e la nave Conscience, trasportavano aiuti essenziali: medicinali, apparecchiature respiratorie, generi alimentari. Il carico e gli uomini a bordo erano disarmati. Le immagini diffuse dagli attivisti mostrano militari con visori notturni salire sul ponte, mentre l’equipaggio, con le mani alzate, perdeva il contatto radio.
All’arrivo nel porto israeliano di Ashdod, tutti i rapiti sono stati sbarcati e trattenuti; il governo israeliano ha annunciato, come al solito, che saranno esplusi nei loro Paesi d’origine. Le autorità affermano che stanno “tutti bene”. (speriamo)
Questo nuovo assalto/atto di pirateria e rapimento viola i principi fondamentali del diritto internazionale. Le navi si trovavano fuori da qualunque giurisdizione israeliana. L’uso della forza contro imbarcazioni civili disarmate non trova fondamento in nessuna norma consentita. La detenzione forzata, per volontari impegnati in missioni umanitarie, configura sequestro arbitrario. Le Convenzioni di Ginevra e le norme marittime prevedono protezione per personale medico e ospedaliero in conflitti armati.
Questa escalation mostra un modello deliberato: impedire la solidarietà internazionale, intimidire operatori di pace, criminalizzare il soccorso civile. Israele agisce nell’impunità. Nessun governo occidentale ha finora assunto misure concrete per fermare queste operazioni. Il ruolo dell’Italia merita attenzione. Tra i volontari trattenuti vi erano cittadini italiani e parlamentari italiani. La Associazione “Puglia per Gaza” ha annunciato un esposto contro il governo israeliano per sequestro e arresti illegittimi.
Il mondo ha un obbligo: rispondere, adesso. Chiedere il rilascio incondizionato dei volontari sequestrati; imporre corridoi umanitari reali verso Gaza; avviare un’inchiesta internazionale indipendente contro gli attacchi in mare. Ora basta!
0 commenti