Ecco il testo su cui si è confrontata l’assemblea che ha concluso la VI edizione de Il Coraggio della Pace a Sesto Fiorentino….
Se lo condividete fatelo circolare…
Hai visto mai che politici e governanti lo leggono?
Non occorre possedere virtù profetiche per vedere l’Occidente – Stati Uniti ed Europa – avviato verso un declino inarrestabile. Gli USA sono prigionieri di un debito insostenibile; l’Europa ha perso sovranità e centralità industriale, sacrificando il benessere dei propri cittadini per accodarsi agli interessi americani. La politica è stata privatizzata: non governa più, esegue gli ordini di potentati finanziari e militari.
Questo declino si consuma sul telone di fondo della guerra come sistema e paradigma che orienta economia, informazione, società. Armi, industria militare, finanza, media, persuasione: tutto si tiene in un intreccio mortifero che trasforma i cittadini in consumatori di paura e retorica bellicista, in cui la narrazione dominante è un esercizio di mistificazioni, bugie, doppi standard, fino al ribaltamento della realtà.
Quello che sta accadendo in Ucraina e Palestina e il racconto che viene fatto di questi due scenari molto diversi tra loro, sono la dimostrazione più chiara e tragica di ciò.
Ucraina
Sono passati più di tre anni dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Ma quella guerra non inizia lì: le sue radici affondano nel 2014, con l’insurrezione del Donbass. Da allora la popolazione russofona è stata colpita da bombardamenti e violenze, nel silenzio dell’Occidente. Stati Uniti e NATO hanno inondato la regione di miliardi in armi e addestramento, rafforzando anche gruppi estremisti e neonazisti. Tutto questo viene cancellato dal racconto ufficiale. Solo Papa Francesco ha ricordato alla NATO le sue responsabilità nello scoppio di quella guerra.
Guerra che non è trattata come tragedia da fermare, ma come occasione ghiotta per la NATO per rilanciare l’industria delle armi, rafforzare la dipendenza europea dagli USA, giustificare spese militari colossali e ridare centralità a un’alleanza in declino. Guerra che coinvolge due potenze e prefigura il tramonto dell’ordine unipolare dominato dall’Occidente e l’ascesa di un mondo multipolare.
Che cosa ha fatto l’Unione Europea?
L’Europa si è piegata agli interessi degli USA, sacrificando la propria economia. Le esportazioni verso la Russia sono crollate, il gas russo è stato sostituito da quello americano – molto più caro – e il costo dell’energia ha travolto famiglie e imprese. La Germania, cuore industriale del continente, è in crisi nei settori chiave, dalle automotive alla chimica. Le previsioni del FMI parlano chiaro: stagnazione a lungo termine, crescita intorno all’1% annuo per il prossimo decennio. È un disastro annunciato, frutto di scelte di politica estera suicide.
Palestina
In Palestina lo stravolgimento della realtà è ancora più lampante. Tutto sembra iniziare il 7 ottobre, come se decenni di occupazione, violenze e violazioni del diritto internazionale non fossero mai esistiti. La lettura astorica anche in questo caso è funzionale a giustificare le malefatte dell’occidente.
In Palestina è in atto un genocidio per mano di Israele, nostro alleato, e non c’è governo che intenda fermarlo. Israele sta sterminando un popolo con le armi che gli mandiamo, animato dal fanatismo di chi crede di adempiere ad un mandato divino.
A Gaza i capisaldi del sistema guerra sono: azzerare ogni remora morale e cancellare ogni diritto internazionale e massacrare la popolazione in vista di una impossibile pulizia etnica della Striscia; nascondere tutto alla pubblica opinione.
I bambini sepolti sotto le macerie sono la missione necessaria a battere Hamas ed ogni responsabilità viene liquidata con il 7 ottobre. Chi osa usare la parola “genocidio” viene accusato di antisemitismo. L’Occidente, che può contare su una avanguardia di intellettuali anche a sinistra che mette sullo stesso piano Putin e Netanyahu, applica il doppio standard: diciannove pacchetti di sanzioni contro la Russia, zero contro Israele. Israele non può essere sanzionato perché avamposto della civiltà, “popolo della luce” in uno spazio di tenebre.
Non solo i governi: giornalisti, intellettuali, artisti ancora non si sollevano come dovrebbero. Mai tanta ignavia era apparsa sotto i nostri cieli, di fronte al massacro di un popolo indifeso. Non è solo ipocrisia, è un gigantesco imbroglio che inverte l’ordine dei fattori e segnerà, come fu il Vietnam per gli USA, la più sanguinosa disfatta dell’Europa nel dopoguerra.
La costruzione della Russia come nemico
Gli 800 miliardi del progetto Rearm Europe non servono alla difesa, ma a giustificare il nemico imminente. La Russia è stata costruita come “nemico” dall’Occidente, adottata come principio guida dell’UE. Invece di coltivare dialogo e pace, l’Europa ha rotto i ponti e imboccato la strada del riarmo. Le conseguenze sono già visibili: recessione industriale, aumento delle disuguaglianze, crisi sociale e democratica.
Una nuova politica estera
Se vuoi costruire la pace, devi avere il coraggio della verità. Le politiche degli ultimi anni sono state fallimentari. Il servilismo cieco dell’Italia e dell’Europa ha alimentato le guerre e sacrificato l’economia e il benessere dei cittadini che chiedono lavoro garantito, welfare, giustizia sociale e ambientale.
Chi ha governato, i gruppi politici dirigenti, non hanno più credibilità alcuna.
Serve un cambio radicale, un capovolgimento delle scelte in politica estera, e di conseguenza economica, basato su punti fermi:
Fermare Israele con sanzioni finché non cessa il massacro di Gaza
Fermare la guerra in Ucraina riaprendo un dialogo con la Russia e togliendo le sanzioni
Dialogare con i paesi dei BRICS e riaprire la Via della Seta
Rivendicare la sovranità politica dell’Europa: basta con la NATO come gabbia che ci lega a strategie di distruzione. Serve un processo di rifondazione della Unione Europea e dell’ONU.
L’Occidente non è il faro della democrazia e della civiltà. La tragedia di Gaza ha fatto cadere tutti i veli.
Esistono altri attori, altri continenti, altre popolazioni che stanno emergendo e già oggi rappresentano la maggioranza globale. Il futuro dell’Italia e dell’Europa dipende dalla capacità di riconoscere il nuovo equilibrio mondiale, abbandonare il sistema di guerra e portare il proprio contributo per costruire con coraggio un percorso di pace, giustizia e cooperazione tra popoli.
Pino Arlacchi, Elena Basile, Piero Bevilacqua, Ginevra Bompiani, Alberto Bradanini, Paolo Brutti, Fiammetta Cucurnia, Roberto d’Agostino, Roberta de Monticelli, Angelo d’Orsi, Domenico Gallo, Angelica Gatti, Claudio Grassi, Francesco Sylos Labini, Raniero La Valle, Moni Ovadia, Linda Santilli
Sesto Fiorentino, 28 settembre 2025
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