di Fausto Anderlini

Putin in gran forma, lucido, garbato e diplomaticamente ineccepibile. E` evidente che i due si piacciono, quantomeno sono attratti e incuriositi. Certamente si temono. Per quanto le loro biografie siano agli antipodi. Uno un oscuro funzionario del Kgb emerso come grande leader e statista dalle rovine dell`Urss, l`altro il tycon che ha scalato in contro-tendenza la Casa bianca e applica alla politica la brutalita` dello scontro di affari. Ognuno avendo distillato dalla propria esperienza lo stile che lo caratterizza. Putin l`imperturbabibilita`, il raziocinio e la determinazione (in questo vera personalita` barocca in veste euro-asiatica) Trump la brutalita` megalomane e insieme l`intelligenza che spariglia tipica del gioco d`azzardo. Entrambi abili nel dissimulare e nell`intendere il desiderio dell`altro. E proprio per questo portati a rispettarsi, a carte scoperte. Per quanto diverso sia il contesto e almeno uno dei personaggi, il rapporto fra Putin e Trump richiama quello fra Putin e Berlusconi
Ma piu` di tutto essi sono accomunati da due elementi. Uno storico, che li rende in qualche modo uomini della provvidenza, Cosi come Putin si e` profuso nel ripristino della Russia come potenza globale traendola da un umiliante default, cosi Trump e` impegnato a difendere un impero sull`orlo del default. L`altro psicologico: entrambi sono percepiti e demonizzati dall`establishment occidentale definitosi nello status quo ante come `alieni`, screanzati, paria della politica, autocrati e persino criminali. Cioe` stereotipizzati come under dog. Sullo stessso tapis roulant del discredito, ed e` per questo che hanno organizzato i preliminari dell`incontro come una passeggiata sul tappeto rosso regale (Lavrov con la sua compassata e ironica sapienza e` andato addirittura piu` in la` indossando una maglietta con stampigliato cccp….come dire: siamo sempre noi, siamo tornati….uno spettacolo).
Entrambi si sono messi al tavolo contornati dai membri piu` influenti del gruppo dirigente Non un tete a tete, ma un incontro collegiale di delegazioni di stato. Si sono cioe` presentati non come autocrati ma tal quali il ruolo li determina: capi supremi di una struttura monocratica dotata di coerenza. Cioe` come potere sovrano di Stato personificato. Lo stesso Trump, aduso a ogni genere di informalita`, si e` tenuto in una misura austera consona all`evento.
A paragone i leader europei, i `volenterosi` innanzitutto, hanno ormai l`indelebile stigma di una combriccola scombicchierata di capi di stato in nevrotico e querulo disarmo. Gente dimidiata e transeunte, con fragili e controverse, soprattutto scarse, legittimazioni democratiche. Un quarto di secolo di democrazia liberal-liberista ha infine partorito una fauna politica di risulta, irrealistica e infantile. L`insistita copulazione infra-ceto di una noblesse tecnico-manageriale selezionata da apparati esangui e anodini (non piu` partiti animati da weltanschauung combattenti, corpi sociali vitali, culture profonde, movimenti, conflitti, ma un pensiero unico neanche piu`bisognoso del consenso essendo le opinioni pubbliche svuotate nella passivita` e subissate dai media….) ha infine partorito una congerie imbelle e presuntuosa afflitta dalla nevrosi della decadenza. Per nulla coinsapevole della vicenda storica che la riguarda. Una manica di imbecilli da jet set e cronaca rosa. Capita a questa terminale borghesia di toga lo stesso destino occorso all`aristocrazia dell`ancien regime a seguito dell`insistita endogamia: l`ìmpoverimento del sangue e dei neuroni. Una degradazione biologica.
Come puo` l`Europa risollevarsi dalla buca nella quale si e` messa ? Ci vorrebbe un leader, un Carlo Magno a capo di uno Stato unitario federato. Oppure una ragionevole remissione dei peccati a bocce invariate, arrampicandosi sugli specchi di una costruzione incoerente e scivolosa. Salvando il salvabile, almeno rimettendo in funzione il North Stream. Programmi mini-max o maxi-mini tanto vasti quanto improbabili. Fossi al posto dei governanti italiani, chiederei l`ìngresso nei Brics: un posto al sole per una nazione ricca di amene opportunita` turistiche benvoluta in un concerto di grandi nazioni-continentali emergenti. I russi gia` ci vogliono un gran bene, malgrado e`capitato, a suo tempo, di averli invasi al seguito dei nazi.
Fonte: pagina Facebook di Fausto Anderlini, domenica 17 agosto 2025
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